Zagarolo

[t. 3, pp. 740-744]

Gazzarolum, Zagarolum, Zagarola.

Terra della Comarca posta nel distretto di Tivoli, dipendente dal governo e diocesi di Palestrina, la quale contiene 3591. abitanti, già feudatarii del principe Rospigliosi, che assume il titolo di duca di Zagarolo. È distante circa 21 miglia da Roma per la moderna strada di Palestrina, che si lascia dopo s. Cesario al XX m. Per la via prenestina antica poi è lontana circa 19. m. da Roma, lasciandosi la via consolare presso Cavamonte e volgendo a destra. Questa terra si dilunga sopra un colle, pel tratto di quasi 1. m., e consiste in una strada fiancheggiata da case, e interrotta dalla piazza. Che essa sia sulle rovine di una villa antica sebbene non rimangano avanzi visibili di fabbricato può con sicurezza asserirsi per la gran quantità di antichi e nobili frammenti, che vi si osservano. Sulla porta verso Roma vedesi nell’esterno una statua assisa di Giove, con aquila e fulmine, e nell’interno un busto di Minerva: le colonne che l’adornano di fuori, sono di forma goffa essendo in parte formate di rocchi di tufa, moderni, in parte di colonne doriche scanalate con capitello corintio e base attica, antiche. Le case sono generalmente moderne: alcune però ne ho notato che appartengono al secolo XIII. e sono di opera saracinesca. Sembra che il movimento della popolazione si dirigga piuttosto verso il canto orientale come più salubre, abbandonandosi a poco a poco l’occidentale. Avanti la porta trovansi colonnette antiche: e due di granito ornano l’ingresso della chiesa dell’Annunziata che è a destra della via, e queste hanno capitelli di ordine composito della decadenza. Sulla piazza sono due statue togate: e nella seconda piazza, che suol chiamarsi la piazza di corte veggonsi due colonne di granito poste sopra basi cariche di ornati. Ivi pure sono due sarcofagi antichi: sotto quello a sinistra è un’ara sepolcrale colla iscrizione seguente:

SILIAE EARINE
VIX – ANN. XXIX.
DIEB. VI
M A T E R
PIENTISSIMA

sotto quella a destra poi è quest’altra:

D. M.
L A V R I
ABASCANTVS. CAES. N
SER. VE R. N. DISP. ANNON
P A T E R E T
CARPIME MATER
FIL DVLCISSIMO

Nel cantone a destra è ancora un’altra epigrafe la quale dice:

TI. CLAVDIO
AVG. L. PHOEBO
ANTONIANO
SIBI. ET .LIBERTIS
LIBERTABVSQVE

Di queste tre lapidi, la prima non presenta, che un nome incognito di Silia Earine che visse 29 anni e 6 di: la seconda è di Lauro figlio di Abascanto, servo nato imperiale, dispensiere dell’annona, postagli dal padre e dalla madre Carpime: la terza è di Tiberio Claudio Febo, liberto dell’imperador Claudio, e già servo di Antonia sua madre. E questi due monumenti, appartenendo a soggetti della corte imperatoria mi fanno inclinare a credere, che agl’imperadori appartenesse appunto la villa, sulle cui rovine poi sorse Zagarolo, nel cui nome, specialmente scritto come si legge nella vita di Pasquale II. cioè Gazzarolam, sembrami ravvisare una derivazione da Caesariolum, o Caesarianum. Oltre queste iscrizioni, presso l’ingresso del borgo è una fontana, ed intorno a questa, come intorno al palazzo sono molti tronchi di colonne antiche, come nel muro del palazzo è incastrato un bel frammento di tazza di porfido con una maschera della Gorgone, fra due colonne di granito.

Ho indicato di sopra la mia conghiettura, che Zagarolo occupi il sito di una villa imperiale: quando questa terra venisse edificata è incerto; la prima memoria che io ne ho incontrato è dell’anno 1101. in che avendo Pietro Colonna prese le armi contra il papa Pasquale Il, questi dopo aver ripreso a Pietro la terra di Cave, espugnò ancora quelle di Colonna e Zagarolo, che allora Gazzarolo si trova nomato, le quali erano ambedue proprietà di Pietro: Pandolfo Pisano Vita Paschalis II. presso i Rer. Italic. Script. T. III. P. I. col. 355. Appartereva pertanto in quella epoca di già ai Colonnesi, i quali con tanta gelosia la tenevano, che ritornata in loro potere dopo la espugnazione di Pasquale II. nella cessione che Oddone Colonna fece a papa Eugenio III. l’anno 1151 della metà della città e rocca di Tusculo, e di Monte Porzio vengono particolarmente eccettuate le terre della Colonna e di Zagarolo: exceptis terris de Columna et terris de Zagarolo, siccome ricavasi dall’Atto originale riferito dal Muratori Antiquitates Medii Aevi T. III. p. 779. Nel 1295 Bonifacio VIII. andando in Anagni si fermò in Zagarolo, dove fu ricevuto dai figli di Giordano Colonna con tutti i segni di benevolenza e rispetto. Ma sopraggiunta la guerra fra questo papa ed i Colonnesi nel 1297, Zagarolo fu presa dalle genti del papa e distrutta, secondo gli Annali di Tolomeo da Lucca, storico quasi contemporaneo. Tornati i Colonnesi dopo la morte di Bonifacio al possesso di Palestrina, Zagarolo ancora fu riedificato: ivi infatti portossi il cardinal Gebennense dopo la morte di Gregorio XI. allorchè n’era signore Agapito Colonna, ed ivi pure nel 1378 si ritirarono i tre cardinali italiani dopo il congresso tenuto presso Palestrina, affine di evitare il gravissimo scisma che pur troppo poi avvenne. Nel 1417 fu occupata da Niccolò Piccinino insieme con Palestrina con 400 cavalli. Nuove sciagure piombarono sopra questa terra non molti anni dopo; imperciocchè accesasi la guerra fra i Colonnesi e papa Eugenio IV. il Vitelleschi legato destinato dal papa a condurla assediò ai 3 di maggio Zagarolo e dopo 3 mesi di assedio prese la terra per mancanza di viveri; fu ripresa di nuovo l’anno seguente ai 2 di novembre da Lorenzo Colonna, insieme colla rocca; ma assalita di nuovo dall’esercito del legato nel 1439 fu nel mese di maggio arsa e distrutta, siccome si legge nel Diario dell’Infessura riportato dal Muratori Rer. Ital. Script. T. III. P. II. col 1127. Tornati in pace i Colonnesi colla Chiesa, Zagarolo rimase nella divisione de’ beni della famiglia al ramo di Lorenzo Colonna e de’ suoi fratelli. Veggasi l’atto di divisione inserito dal Petrini nelle sue Memorie Prenestine num. 58. Andò soggetta al saccheggio per parte de’ soldati del papa l’anno 1526 nella guerra fra Clemente VII ed i Colonnesi. Servì al card. Gambara vescovo prenestino l’anno 1583 per celebrarvi il sinodo diocesano. L’anno 1586 Sisto V. vi dimorò, allorchè portossi ad osservare i lavori dell’acquedotto dell’acqua Felice. Nel secolo XVII divenne signorìa de’ Rospigliosi, che ancora la ritengono. Nella prima metà del secolo scorso, l’anno 1734 vi alloggiò re Carlo III. allorchè portossi a conquistare il reame delle due Sicilie.

In Zagarolo adunossi l’anno 1591 il consiglio dei teologi deputati da papa Gregorio XIV. a rivedere e purgare dagli errori tipografici la edizione volgata della Bibbia, e nel palazzo leggesi su tal proposito la iscrizione seguente, che ricorda pure i nomi di que’ personaggi.

GREGORIVS XIV. P. M.

DE INCORRVPTA SACRORVM BIBLIORVM PVRITATE SOLLICITVS

TEXTVM VVLGATAE EDITIONIS

SEDENTE PRAEDECESSORE SVO SIXTO V

TYPIS VATICANIS DILIGENTER EXCVSVM

A PLVRIRVS QVAE IRREPSERANT MENDIS EXPVRGARI

PRISTINO NITORI RESTITVI CVRAVIT

DILECTIS IN HVNC SCOPVM

ATQVE ZAGAROLVM MISSIS CLARISSIMIS VIRIS

BARTHOLOMAEO MIRANDA ANDREA SALVENER

ANTONIO AGELLIO ROBERTO BELLARMINO IOANNE DE VALVERDE

LELIO LANDO PETRO MORINO ET ANGELO ROCCA

ADDITIS ETIAM DOCTRINA NON MINVS QVAM DIGNITATE

EMINENTISSIMIS CARDINALIBVS

MARCO ANTONIO COLVMNA ET GVILLELMO ALANO

QVI PONTIFICIAE OBSEQVENTES VOLVNTATI

ANNO MDLXXXXI

COMMVNIBVS COLLATIS ANIMADVERSIONIBVS ET NOTIS

OPVS INSIGNE

ET CATHOLICAE RELIGIONI MAXIME SALVTARE

ASSIDVO SEDVLOQVE XIX. DIERVM LABORE

HIS IPSIS IN AEDIBVS PERFECERVNT.

NE TANTAE REI NOTITIA ALIQVANDO PERIRET

CLEMENS DOMINICVS ROSPIGLIOSIVS

CLEMENTIS IX. P. O. M.

EX FRATRE PRONEPOS ZAGAROLENTIVM DVX

MONVMENTVM POSVIT

ANNO SALVTIS MDLCCXXIII.

I commenti sono chiusi.