Rignano

[t. 3, pp. 13-15]

Rinianum.

Terra della Comarca e Distretto di Roma, posta fuori di porta del Popolo sulla via fiaminia a destra, circa 26 m. distante da Roma, la quale contiene 634 abitanti. Da una Carta esistente nell’Archivio di s. Maria in Trastevere trascritta dal Galletti nel codice Vaticano 8025 apparisce, che l’anno 1116, questo castello che ivi dicesi Castrum Rinianum era tutto di proprietà della chiesa di s. Cecilia e che in quell’anno fu dato in enfiteusi perpetua a Pietro Guidone ed a Cencio da Euticro prete cardinale titolare di quella chiesa. Antecedentemente non ne ho trovato menzione, e neppur si ricorda negli Atti de’ santi Abbondio ed Abbondanzio scritti nel secolo XI. poichè alla narrazione del martirio di quei santi aggiungono la notizia dello scoprimento avvenuto de’ loro corpi presso Rignano l’anno 1001, ma di Rignano stesso non si fa motto. Laonde io credo, che questo castello venisse appunto edificato dopo quella epoca, e che quello scoprimento, e la frequenza del popolo che concorreva a venerarne le reliquie ne fosse la cagione principale: e siccome il fondo dicevansi Arinianus da qualche Arinio, che ne’ tempi antichi lo possedeva, perciò il castello fu detto Castrum Ariniani, o Riniani, nome dal quale ebbe origine quello della Terra odierna. Molti scrittori moderni hanno collocato in questo luogo la Villa Rostrata dell’Itinerario di Antonino, ma la distanza in quello scritto assegnatale non vi si accorda; poichè 24 miglia e non 26 si danno a quella stazione partendo da Roma, onde fa d’uopo riconoscerla a Morolo, come a suo luogo notai, v. MOROLO, e come il Nardini avea egregiamente dimostrato nella dottissima sua dissertazione sopra Veii p. 103. e seg.

Da ciò che di sopra asserii, è chiaro che fino dall’anno 1116 questo castello erasi formato, e che in quell’anno appunto si possedeva ancora dalla basilica di s. Maria in Trastevere, la quale ne fece una enfiteusi perpetua a favore di Pietro Guidone e Cencio: io inclino a credere che costoro fossero antenati del famoso Cencio Camerario Savelli che fu papa col nome di Onorio III. Imperciocchè nel testamento di Iacopo Savelli cardinale e poi papa col nome di Onorio IV. si nomina il castrum Arignani, come proprietà de’ Savelli. Quindi Rignano appartenne a questa famiglia fin dall’anno 1116. prima a titolo di enfiteusi perpetua, poscia, non sappiamo come, in pieno dominio, e questo pieno dominio appartenne almeno a questa famiglia fin dal declinare del secolo XIII. Nella divisione de’ beni de’ Savelli fatta alla morte di Renzo o Lorenzo Savelli, avvenuta circa l’anno 1400. si formarono quattro linee, che si conoscono col nome de’ feudi principali e fra queste linee la prima fu appunto quella de’ signori di Rignano, di cui fu stipite Paolo figlio secondogenito di Renzo, ma che per l’abbandono che fece Teseo primogenito, della casa paterna, entrò ne’ suoi dritti. E questo Paolo fu uno de’ più insigni capitani del tempo suo, poichè fa generale di Carlo re di Sicilia, di Giovanni Galeazzo Visconti duca di Milano, e delle repubbliche di Siena e di Venezia: ed in servigio di questa morì nella guerra contra i Padovani ai 3 di ottobre 1405, onde ebbe dal senato l’onore di una statua equestre nella chiesa detta de’ Frari in Venezia, e di un elogio magnifico, che è riportato dal Ratti nella Storia della Famiglia Sforza T. II p. 309. Questa linea, che può riguardarsi come la più illustre di quella Casa, e che ebbe l’onore. del maresciallato di s. Chiesa si estinse verso la metà del secolo XVII. Dai Savelli, Rignano passò ai Muti, e da questi ai Massimi detti di Araceli, che lo hanno eretto in ducato a favore del primogenito della famiglia.

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