Paliano

[t.2, pp. 515-518]

Pallianum

E’ uno dei capoluoghi, o governi del distretto di Tivoli, situato ad oriente di Palestrina, e nella sua diocesi, entro il territorio degli Ernici, e che racchiude 3402 abitanti. Forte per natura fu successivamente in varie epoche questa Terra rafforzata da mura, torri, e bastioni, e da una cittadella, o castello, specialmente nel secolo XVI; uno solo è l’accesso, pel quale vi si può entrare, ed ancor questo è per mezzo di un ponte levatoio.

La memoria più antica di Paliano rimonta al secondo periodo del secolo VI. giacchè nella Cronaca Sublacense riportata dal Muratori si ricorda la chiesa di s. Sebastiano acquistata da Giovanni abbate in Palliano, la quale rifabbricata ancora conservasi a destra della via che dalla osteria della Buffala conduce a Piglio. La origine del nome deriva da un fondo della gente Pollia, e da Fundus Pollianus per transizione di pronuncia si fece Pallianus. L’anno 1184. erasi certamente formato un villaggio, poichè nella cronaca di Fossa Nova riportata dall’Ughelli Italia Sacra Tom. X. e dal Muratori Rerum Italicarum Scriptores Tom. VII. si legge, che i Romani il dì 19 di aprile lo presero e l’incendiarono. Il card. di Aragona nella vita di Gregorio IX. riferisce come quel papa nel 1232 affine di porre un termine alle discordie intestine, che laceravano questa Terra, come quella di Serrone, dominate da pochi individui, la occupò, ordinò che fosse custodita, la cinse di fosse e di un alto muro, e la munì di una torre altissima: captum, dice il testo pubblicato dal Muratori nel tomo III. dei Rerum Italicarum Scriptores, decrevit ad opus sedis apostolicae custodiri, eodem fossatis praeruptis muro sublimi et excelsae turris praesidio communito. Gli atti di questa vendita per parte dei condomini e dell’acquisto per parte di papa Gregorio IX. possono leggersi nel tomo primo delle Antiquitates Medii Aevi di Muratori p. 681 e seg; in essi si nomina la Rocca e Castro Paliani, la Rocca e Castro Serronis: e i condomini sono Oddone Colonna signore di Olevano, Trasmondo de Tineto, Luca da Paliano, Pietro Pinto, Bartolommeo Pinto, Pietro da Paliano, Jacopo ed Ungaro, Pietro Vecchio, Tommaso di Niccolò da Miro, Teobaldo di Gregorio, e Nicolò Macaranno, che si intitolano tutti signori di Palliano domini de Palliano. A questa prima cessione e vendita accedette nel 1236 Guidone di Giovanni Rolando, come ricavasi dall’altro documento riferito dallo scrittore sovrallodato p. 701 e seg. Nel 1378 erano feudatarii di Paliano i conti di Segni Ildebrandino ed Adinolfo, e furono come tali riconosciuti da Urbano VI. ma nel 1389 vennero dallo stesso papa discacciati. Bonifacio IX. suo successore li rintegrò dichiarandoli vicari di quella terra per 29 anni. Giovanni XXIII. estese tale investitura, a favore di Ildebrandino fino alla terza generazione. I Conti da quella epoca ne rimasero in possesso fino al pontificato di Martino V. Colonna, il quale mentre confermò loro tutte le terre che possedevano dispose di Paliano e Serrone a favore di Antonio, e Odoardo suoi nipoti, dichiarandoli vicari. Veggasi il Ratti nella Storia della Famiglia Sforza T. II. p. 222 e seg. Da quel tempo il titolo anche oggi rimane ai Colonnesi. La vicinanza di tanti possedimenti della famiglia Colonna, che attorniavano questa Terra dovea condurre tosto o tardi sotto il suo intero dominio Paliano, che dapprima non era, se non in parte posseduta da loro. Nelle vertenze fra Sisto IV. ed i Colonnesi, le genti del papa l’assediarono: Prospero Colonna che la difese valorosamente, temendo di qualche tradimento, mandò i figli dei principali abitanti come ostaggi a Genazzano, accompagnando questo fatto con la terribile minaccia di farli trucidare. Terminata quella angustia, sopraggiunse nel 1526 l’altra di Clemente VII. che irritato fortemente contro i Colonnesi devastò la contrada. Eransi appena rimarginate le piaghe di questo disastro che nel 1541 Pier Luigi Farnese la prese. Nel 1553 Marcantonio Colonna occupolla con le truppe, che a soccorso del regno di Napoli portava, e con gravissimo scandalo, poichè occupolla contro il padre suo Ascanio. Ma nel 1556 insorte fra Paolo IV. e Marcantonio Colonna gravissime vertenze, il papa privò Marcantonio di tutti i suoi feudi e creò duca di Palliano il suo nipote Giovanni Caraffa, quello stesso al quale poscia per ordine di Pio IV. fu mozzata la testa: in tal circostanza i Caraffeschi ridussero le fortificazioni della terra come oggi ancora si veggono, in modo da renderla per quei tempi quasi inespugnabile. Nella convenzione dell’anno 1557 fra papa Paolo IV. ed il duca d’Alba venne deciso che Paliano fosse consegnato ad una terza persona, ovvero smantellato rimanesse al duca Giovanni Caraffa. La vittoria riportata da Marcantonio II. a Lepanto fece restituire Paliano a questo erede insieme con tutti gli altri beni paterni, e da quella epoca la casa Colonna ne gode il pacifico possesso.

Nei dintorni di Paliano fu il FUNDUS CAESARIANUS donato da s. Gregorio alla chiesa dei ss. Giovanni e Paolo, e ricordato nella lapide di Costantino papa, esistente presso la sagrestia di quella chiesa, nella quale tal fondo si pone al XXX. m. della via prenestina, distanza, che coincide al bivio che a sinistra conduce direttamente ad Olevano, radendo il colle del Corso, e a destra mena a Paliano.

 

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