Gregna

[t.2, pp.127-129]

Tenimento dell’Agro Romano composto delle Tenute dette Posticciola, Casale, e Monte della Criccia, che comprende circa rubbia 102 divise ne’ quarti denominanti Casale, Pedica della Criccia e Grottoni. Questo fondo si estende a destra e sinistra della via latina da occidente ad oriente a partire dalla vecchia strada di Marino fino alla moderna strada, fra il miglio VI. e IX. della via latina.
Il suo nome moderno deriva da quello che i Toscani appellano un fascio, o mucchio di biade secche formato da molti covoni uniti insieme, quasi alludendo alla riunione di varie tenute che lo formano. Nel secolo X., e precisamente l’anno 955, sappiamo per una bolla di Agapito II. data a favore del monastero di s. Silvestro in Capite ed esistente in quell’archivio, copiata dal Galletti ed inserita nel codice vaticano 8043, che questi fondi generalmente appartenevano a quel monastero, designandosi uno col nome generico di cesina al VI. miglio, nel quale si riconosce, almeno in parte quello di Posticciola; l’altro col nome di Ponte di Nono, perché adiacente al ponte presso il nono miglio della via latina, i cui confini si determinano, da un lato la forma della Claudia, ed il ponte suddetto, dall’altro la stessa forma Claudia, che avea il nome di Abeberatorium cioè Abbeveratoio, dal terzo la corte de Moreni, e dal quarto il limite che ricorreva presso Cripta Ardenda: e questo coincide colla tenuta di Monte della Criccia; finalmente il terzo dicevasi Dompricaria, e corrisponde colla tenuta di Casale: ed i confini di questo nel quale viene indicata una chiesa deserta, e la contiguità con quello antecedente di Ponte de Nono, sono il rivo Papati, che è la Marrana, che si dirige a porta s. Giovanni, la via latina, la forma maggiore che sono gli archi della Claudia, ed il fondo di Sette Bassi.
Il quarto de’ Grottoni nella tenuta di Monte della Criccia trae nome da vastissime rovine, che ivi rimangono, indicate confusamente negli scritti di Kircher, Volpi, Eschinardi ec. ed in genere da tutti coloro che hanno illustrato i contorni di Roma. Circa il IX. m. dell’antica via latina, a sinistra è un gruppo dirupato, irregolare di lava basaltina; e sopra questo per mezzo di sostruzioni solide fu formato un piano eguale, capace da contenere un fabbricato regolare: queste sostruzioni sono costruite di scaglie della stessa lava, tanto nel masso, quanto nel rivestimento: e secondo l’ altezza del greppo sono ad una, o a due ripiani: ed in qualche luogo dove non faceva di bisogno non appariscono affatto. Sopra questa spianata sorge un fabbricato vasto, composto di molte camere, che per la forma, pianta, e mancanza di luce mostrano aver servito di pianterreno, o basamento di una villa antica, il quale nella parte che guarda Roma presenta una linea di riquadri curvilinei a guisa di archetti chiusi, in parte costrutti di opera laterizia, in parte di scaglie di selce, come il rimanente della fabbrica, formando una specie di decorazione esterna: sopra ciascuno di questi riquadri è un ampio foro rotondo, che sebbene per le degradazioni apportate dal tempo, e dagli uomini, esternamente si presenta come aperto posteriormente a forza; nell’ interno si vede essere stato aperto in costruzione, onde dar lume ad un corridore, che ricorre in tutta la linea ed è rivestito di uno stucco grossolano, prova che non servì per usi nobili. Parallelo a questo corridore, o crittoportico, verso mezzodì havvene un altro illuminato da abbaini che si aprono sopra la imposta della volta. Intorno a questa gran rovina rigurgita la terra di frantumi di ogni specie, avanzi di questa fabbrica stessa, che sebbene demolita mostra ancora da lungi la sua imponenza, avendo circa 3000 piedi di circuito. La pianta corrisponde ad un parallelogramma, la cui lunghezza è nella direzione da occidente ad oriente: questo quadrilungo poi, nella direzione della via latina prolungasi verso mezzodì con un’ala, quasi per racchiudere uno spazio destinato a giardino, il quale era scoperto soltanto verso mezzodì e verso oriente. In questo prolungamento, o ala ravvisansi fra altre camere due ambienti con essedra curvilinea in fondo. Forse fu questa una villa dell’agro lucullano, che da Frontino si conosce da questa parte essersi esteso almeno fino al X. miglio della via latina; né la costruzione di opera incerta in gran parte, disconviene a quella epoca.
Il casale di Gregna è circa 7 miglia ed un terzo fuori dell’antica porta Capena, circa 6 e mezzo fuori di porta s. Giovanni ed è fondato sopra un’antica conserva. Esso non dee confondersi con quello di Grotta di Gregna, detto pure Casale Abbruciato, del quale parlossi altrove.

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