CERVARA

[t. 1, pp. 461-462]

Cervaria, Cerbaria.

S’innalza questa terra sopra uno de’ ripiani più alti del dorso denominato la Serra, e più particolarmente della punta detta monte Pillione, nel distretto di Subiaco, con 1313 abitanti; il vestiario delle donne particolarmente distinguesi per la bizzarria e per la ricchezza delle trine di oro, di argento, o almeno di seta secondo le facoltà. Ad essa si sale direttamente da Augusta donde è distante circa 3 miglia per una strada assai malagevole. È distante da Tivoli 24 miglia, ed 11 da Subiaco.

Il console e duca Cesario donò questo monte al monastero l’anno 775, giacché Cervaria e non Servana va letto il nome del monte, che leggesi donato in quella carta, inserita nel Chronicon: così mons Cervarius e non Gervasius, o Cervasius dee leggersi nelle bolle di Gregorio IV dell’anno 832, e di Niccolò I dell’anno 864, nelle quali dicesi dato appositamente ai monaci per edificarvi una terra. Non è chiaro che questa fosse ancora edificata sul finire del secolo seguente poiché nel diploma di Ottone I del 967, semplicemente di designa col nome di Cervara: Cervariam quoque ex toto: nell’altra bolla di conferma de’ beni, pertinente a Gregorio V l’anno 996 indicasi soltanto montem qui vocatur Cervaria; mentre ivi Arsoli si designa col nome di castellum. Ma nella lapide dell’abbate Umberto esistente nel chiostro di s. Scolastica. È nominata CERVARIAM fra gli altri castelli dipendenti dal monastero fin dall’anno 1052, e perciò la formazione di questa terra appartiene al primo periodo del secolo XI. Morto Umberto, Ezulo suo fratello s’impadronì di Cervaria circa l’anno 1064, come si trae dalla Cronaca Sublacense; ma poco dopo venne ricuperata dall’abbate Giovanni successore di Umberto. Nella conferma de’ beni al monastero fatta da Pasquale II l’anno 1115 si designa col nome di Roccam Cervariam. Rimasta in potere al monastero fino all’anno 1273, il monaco Pelagio coll’ajuto di Bartolomeo da Genna s’impadronì del castrum e della rocca, che tre anni dopo furono ricuperate dall’abbate Guglielmo, e dopo quella epoca rimase al monastero.

I commenti sono chiusi.