CASTEL CAMPANILE

[t. 1, p. 426-427]

Castellum Campaninum – Castrum Novum Castri Camanilis.

Tenimento dell’agro romano pertinente ai Borghese posto a destra della via aurelia ossia strada di Civita Vecchia 21 m. lontano da Roma, e confinante con quelli di Torrimpietra, Palidoro, Tragliatella, e col territorio di Ceri, estendendosi per 565 rubbia divise ne’ quarti di Crepacuore, del Cencio, e del Castellaccio.

Quest’ultimo trae la sua denominazione dal Castrum Campaninum ricordato nella bolla di Gregorio IX del 1236, a favore del vescovo di Porto e s. Rufina riportata dall’Ughelli nella Italia Sacra T. I. p. 130. Il vecchio castrum di che non rimangono se non le rovine fu fondato sul luogo dell’Artena de’ Ceriti v. ARTENA. Quanto al casale moderno fu questo edificato verso la metà del secolo XIV. dalla famiglia dei Normanni che allora possedeva questo fondo, poiché in un documento esistente nell’archivio segreto capitolino T. LXIII. si legge che ai 5 di dicembre dell’anno 1346 Costanza vedova di Pandolfo de’ Normanni, vendette a Giovanni e Stefano de’ Normanni l’eredità a lei pervenuta de’ suoi figli, cioè il Castrum Cere, CASTRUM NOVUM CASTRI CERE CASTRI CAMPANILIS, Castrum Civitellae, et Castrum Martigiani pro parte. Se pertanto nel 1346 veniva designato col nome di Castrum Novum, di poco anteriore dovea essere la sua edificazione. Nel secolo XG. forse ancor questo tenimento fu posseduto dagli Orsini, signori di Ceri, Cerveteri ec. Ma fin dalla metà del secolo XVI. passò in parte ai Capodiferro , in parte ai Cenci, e da Maddalena Capodiferro ne Comprò Marco Antonio Borghese 336 rubbia e da Giovanni Battista Cenci e da’ suoi fratelli e le altre 240 , l’anno 1612, come si ha dall’istrumento rogato per gli atti del Ciarafalletta ai 12 settembre di quell’anno.

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