Osteria a destra della via flaminia circa 12 miglia lungi da Roma., che trae nome da un vicino castello diruto del secolo XIII, o XIV. il quale secondo l’infessura riportato dal Muratori Rer. Ital. Script. T. III. P. II p. 1198 fu bruciato dagli Orsini e da que’di Scrofano dopo avervi combattuto tutto intiero un giorno, ai 10 di decembre 1485. La osteria è appoggiata ad un antico giano quadrifronte, forse in un quadrivio, che in quel luogo formava la via flaminia con una strada traversa. In questo giano rimane ancora un pezzo di architrave di marmo al suo posto, il quale sporge in fuori della parete, che è di opera laterizia del III. secolo della era volgare, onde sembra non solo che il giano appartenga a quella epoca, ma ancora chee fosse fasciato di lastre di marmo. Sulla faccia verso Roma si legge in lettere disposte in forma bizzarra la iscrizione seguente: constantinvs petra santa…..s. pii. V. ..max. restavrav. Narra il Degli Effetti nella sua opera de’ Borglii di Roma ec. che nel giano fu eretta una chiesa di s. Niccolò, la quale fe’ dare il nome di Burgus s. Nicolai al Borghetto, come pure da una immagine della Vergine venne l’ arco appellato arcus beatae Mariae Virgirnis ricavandolo da un istromento esistente nell’Archivio Vaticano rogato da Stefano de Liaz notaro sotto Niccolò III. ai 21 di maggio 1278, allorché una parte di questo casale fu comprata da Console di Jacopo de Console. In quel documento si neomina Burgum s. Nicolai de Arcu B. Mariae Virginis. Un altro istromento riguardante la divisione de’ beni fra gli Orsini nel 1256 mostra lo stesso, ponendosi ivi frai confini il borgo di s. Niccola dell’Arco della Vergine. Veggasi il cod. vat. 8054. Nel secolo XIV. era già passato questo fondo in potere della Basilica Vaticana come risulta da un’altra Carta che si legge nel cod. vat. 8050. Il Degli Effetti ricordato di sopra riporta più intiera la iscrizione, giacché dopo il nome di PETRA SANTA sono le iniziali A. S. cioè Auditor Sanctissimi, e sopra è la data 1567. Quanto alla via traversa, che qui incrociava colla Flaminia egli afferma che dirigevasi dal Tevere a Pietra Pertusa, ossia metteva in communicazione la Tiberina colla Claudia e, Cassia per mezzo di Veii.
Il tenimento annesso a questo castello diruto, che appartiene tuttora al capitolo di s. Pietro, comprende rubbia 451. Confina colle tenute di Prima Porta, o Frassineto, Procojo nuovo e Pietra Pertusa, col territorio di Riano, ed è attraversato dalla via consolare Flaminia. Si divide ne’ quarti di Montebello, Monte Porcino, Pedichetta, Pietra Pertusa, e Centocelle, e ne’ prati di Gavignolo e del Bollicano. L’anno 1835 e 1836 furono aperti scavi in questa tenuta, e vi furono trovate sculture, qualche iscrizione, e molti pezzi di ornato, indizii di una villa sontuosa del secondo secolo della era volgare. Nel quarto di questa tenuta che è denominato Pietra Pertusa, e che è a sinistra della via flaminia poco più oltre del X. m. da Roma si vede il taglio o foro artificiale nel tufa, onde far passare una strada traversa dalla flaminia nella cassia, e questo taglio dà nome al quarto, ed al tenimento vicino v. PIETRA PERTUSA. Di esso sono ancora visibili 145 piedi, ed è largo circa 8 piedi e mezzo : la volta è piana, la direzione un poco tortuosa onde vincere la ripidezza del monte, che qui scende al rivo di Prima Porta, o di Scrofano.
Dalla parte opposta della Flaminia circa 9 miglia e mezzo lungi da Roma è una gran mole sepolcrale rotonda, che si direbbe aver servito di modello al mausoleo di Augusto, col quale si accorda per l’epoca, essendo di opera reticolata di tufa, identica a quella del mausoleo, e della villa di Livia ad Gallinas Albas. Mance tutto intiero il muro esterno di esso: rimangono però le tracce de’ muri divisorii di 17 piccole celle sepolcrali, grossi circa 2 piedi antichi, che circondavano il nucleo, grosso circa 5. p. e mezzo, il quale contiene tre nicchie., oltre la porta. Queste doveano servire di sepolcro ai padroni, mentre le celle servivano per gli schiavi e i liberti.