Acutia è il nome di una gente romana ricordata da Tito Livio nel libro V. e da altri antichi scrittori, ovvio ancor nelle lapidi, come può vedersi in Grutero, ed in altri raccoglitori. Una nell’anno 1828 rinvenuta, e che io credo non ancora edita dice così:
D.. M
Q. ACVTIO. FORTI
FECERVNT
Q. ACVTIVS. PATER
ET. ACVTIA. PRIMIGENIA
FILIO.K.F.V.ANN.I.M. V
Cioè Diis. Manibus. Quinto. Acutio. Forti. Fecerunt. Quintus. Acutius. Pater. Et. Acutia. Primigenia. Filio. Karissimo. Fecerunt. Vixit. Annum Unum. Menses. Quinque. Questa con varie altre fu da me trascritta presso il sig. Cremaschi che disse averla trovata sulla via appia: curiosa ma non rara è la reduplicazione Fecerunt. Ora i fondi, degli Acuzie si dissero villa acutiana, praedium acutianum, fundus acutianus, e da questi derivano i nomi de’tenimenti di Aguzzano ed Aguzzanello, essendo quest’ultimo come facilmente si vede, un diminutivo dall’altro.
Aguzzanello è parte di un tenimento composto di cinque tenute, già pertinente all’ospedale di ss. Sanctorum ed oggi ai Borghese, situate sulla via tiburtina a sinistra quattro miglia distanti da Roma fuori della porta s. Lorenzo, e che hanno i nomi di Casaletto di Aguzzano, Pedica, Aguzzanello, Scorticabove ed Aguzzano. I limiti di questi fondi sono coll’Aniene, e colle tenute di Casal de’Pazzi, Cecchina, Rebibbia, s. Basilio, Grottoni, e Prato Lungo. Estendonsi per 115 rubbia di terra.
Aguzzano mentre in parte entra nel numero de’fondi sovraindicati, in parte n’è distaccato, e questo distinguesi col soprannome di Rebibbia. Questa tenuta un tempo di pertinenza della chiesa della Casa di Loreto de’Marchegiani passò poi alla casa Conti, ed oggi è de’Buoncompagni. Essa è attinente alle antecedenti, e confina colle tenute de’Grottoni, di Aguzzano, ed Aguzzanello e coll’Aniene.