VIA SALARIA, NOMENTANA, PATINARIA.

[t. III, pp. 632-636]

Come le vie prenestina e labicana iscivano insieme dalla porta Esquilina, così la salaria e la nomentana uscivano dalla Collina per testimonianza di Strabone lib. V. c. III. s. 1 che parlando de’ Cabini dice: è lastricata a traverso il loro paese la via salaria, che non è lunga, nella quale cade anche la nomentana presso Eretto villaggio della Sabina posto sul Tevere, strada, che comincia dalla stessa porta, cioè la Collina. Con Strabone concorda Festo nella voce Salariam, al quale si deve pure il conoscere la etimologia di questo nome: Salariam viam incipere ait a porta, quae nunc Collina a colle Quirinali dicitur. Salaria autem propterea appellatur, quod impetratum fuerit ut ea liceret a mari in Sabinos salem portari. Fu pertanto salaria denominata la via perché per essa eseguiva il trasporto del sale dal mare nel paese de’ Sabini: antichissima perciò ne fu la origine, che considerando l’uso al quale serviva, e la stretta relazione che passò frai Romani, e i Sabini fin dal tempo di Romulo, conviene far rimontare alla epoca de’re. La prima volta però che di fatto si trova ricordata è l’anno 394 di Roma, allorchè Livio Lib. VII c IX narra il combattumento di Manlio contra il Gallo sul ponte dell’Aniene per questa via: Galli ad tertium lapidem salaria via trans pontem Anienis castra habuere. Dall’Itinerario di Antonino le stazioni vengono in questa guisa disposte: ERETVM, VICVS NOVVS, REATE, CVTILIAE, INTEROCRIVM, FALACRINVM, VICVS, BADIES, AD CENTESIMVM, ASCVLVM, CASTRVM TRVENTINVM, CASTRVM NOVVM, HADRIA. La Carta così le ponte: FIDENAE, ERETVM, AD NOVAS, REATE, AQVAE CVTILIAE, INTERROCRIVM, FOROECRIVM, FALACRINAE, AD MARTIS, ASCVLVM PICENVM. Nella Mappa non entrano che quelle di FIDENAE che vide essere stata fra Villa Spada e Castel Giubileo, e di ERETVM che fu a Grotta Marozza. VICVS NOVVS ossia AD NOVVS fu ai Masacci sula strada odierna da Correse a Rieti, REATE corrisponde a Rieti, le AQVAE CVTILIAE sono i bagni di Paterno tra Civita Ducale ed Introdoco, INTEROCRIVM è Introdoco, FOROECRI coincide a Bacugno, di FALACRINAE, patria di Vespasiano si conserva il nome nella chiesa di s. Silvestro in Falacrino, AD MARTIS coincide con fonte del Campo, di VICVS BADIES veggonsi le rovine sotto Illica sulla riva destra del Tronto nel luogo denominato Le Camere, AD CENTESIMVM stazione indicante la distanza da Roma fu presso Tresunco, ASCVLVM PICENVM conserva il nome antico, Ascoli, CASTRVM TEVENTINVM corrisponde a s. Donato sotto Monte Prandone CATRVM NOVVM a s. Maria presso Giulia Nuova, e finalmente Handria ad Atri. Una via di sopra 150 m. di dorsodell’Appennino nella massima sua elevazione, che garandissime difficoltà presenta in varii punti, non meritava da Strabone il carattere di non lunga, ου πολλη ουσα, onde io credo, che questa frase sia stata traslocata dai copisti, e che debba applicarsi alla Nomentana, che poco dopo nomina, e che non aveva se non 18 m. di giro.

La porta Collina, dalla quale uscivano queste due vie è un punto determinato ne’ dintorni del quadrivio fra le odierne porte Salaria e Pia, entro la vigna Barberini: e la porta Salaria determia l’andamento della via di questo nome, come la Nomentana quello della via nomentana; ma questa ultima più non esiste, ed a quella fu sostituita la porta Pia attuale l’anno 1564. Imperciocchè nell’ampliamento delle mura fatto da Onorio l’anno 402 il nuovo recinto avrebbe troncato le due vie, e perciò fu d’uoppo aprire due porte che dalle vie stesse trassero nome, come tante altre.

Dalla porta Salaria fino al ponte la via antica seguiva l’andamento dell’attuale, o con piccola differenza. Il sepolcro di là dal ponte a sinistra: le rovine a destra presso la Serpentara, il Tevere a sinistra, ed il colle di Villa Spada a destra, sono punti fissi anche essi per essere sicuri, che fin là la strada attuale segue le traccie dell’antica, sebbene non rimangano affatto vestigia dell’antico pavimento. Le rovione di Fidene, ed il ponte sull’Allia detto volgarmente di Malpasso, e che è un ponte antico demolito l’anno 1832, come si vide nell’art. ALLIA n’è una dimostrazione ulteriore.

Un m. dopo quel ponte, cioè l’ottavo dalla porta Collina è un bivio: la via moderna a sinistra radendo le pendicide’ colli a destra va quasi retta fino alla osteria di Correse che è circa 22. M. distante da Roma. Questa non conserva traccia di lastricato antico, ed è la strada provinciale. Quella a destra è abbandonata e traversa le terre andando sul ripiano che separa il corso dell’Allia da altri rigagnoli che vanno a confluire nel Tevere di là dalla Marcigliana. Questa via conserva molte vestigia dell’antico lastricato e retta sotto la Mentana o Nomentum mena a Grotta Marozza dove fu Eretum, ed ivi si congiunse con la Nomentana, siccome dimostrossi, tomo II. P. 144. Quindi io credo, che questa seconda strada corrisponda alla via salaria antica, che andava di là retta fini sotto Monte Libretti, e quindi inclinando sulla sinistra rientrava nella odierna strada rinetrava nella odierna strada di Rieti alla osteria che chiamano di Nerola, Dopo quel punto òa via salaria antica per Rieti, ed Introdoco risale il corso del Velino fino alle sue sorgenti persso Torrita, e prima di questo villaggio scavalca il dorso che separa il bacino del Velino da quello del Tronto. Raggiunge il corso del Tronto sotto Amatrice a Ponte Vitellino : lo varca più volte fra questo punto e Fonte del Campo, e quindi a Vicus Babies, sotto l’odierno villaggio d’Illica lo segue sempre ora sulla destra, ora sulla sinistra fino a s. Donato sotto Monte Prandone presso la foce, ove si vide essere stato Castrum Truentinum. Ivi lo valica per andare costeggiando sempre il mare fino ad Altri.

Ciò per la Salaria. Quanto alla NOMENTANTA, questa via era di corso molto breve, poiché come fu detto entrava nella Salaria ad Eretum 18 m. fuori della porta Collina. Di questa via la memoria positiva più antica che si conosca è quella che si ha in Livio lib. III. c. LII. allorchè narra la ritirata del popolo sul monte Sacro avvenuta l’anno 305 di Roma: e da lui apprendiamo, che allora chiamavisi Ficulensis: via NOMENTANA, cui tum FICVLENSI nomen fuit, profecti, castra in monte Sacro locavere: vale a dire che andandosi per questa via prima a Ficulea, poi a Nomento, si disse in origine Ficulense e poi Nomentana, nella stessa guisa che la Prenestina si disse per la medesima ragione Gabina e Prenestina.

Uscendo dalla porta Collina distaccavisi come fu notato di sopra a destra della Salaria e traversato il recinto odierno della città a detsra della porta Pia per la porta che perciò dicevasi Nomentana passava in parte entro le odierne ville Patrizii, Lucernari, Massimi, ec. A destra della strada moderna, ed entrava in questa sotto la villa Torlonia, dove la strada attuale coincide coll’antica e mai più l’abbandona. Questo si dimostra dalle rovine de’sepolcri, che si trovano dopo s. Agnese: dalla giacutura del ponte nomentano, dai due sepoleri, che veggonosi dopo questo ponte alle falde del monte Sacro, dal sepolcro esistente a destra circa V. m. e che chiamano volgarmente il Torraccio della Cecchina, dalle traccie molteplici dell’antico lastrico che dopo questo punto s’incontrano, e dalle sostruzioni esistenti tuttora a destra entro la macchia di Mdntana 12 m. circa lungi da Roma, dopo Monte Gentile. Dopo aver traversato la Terra di Mentana suceduta all’antica Nomentum, retta va ad Ertum o Grotta Marozza, dove si unisce colla Salaria.

Dopo il monte Scaro diverge a sinistra la strada vicinale detta della Cecchina, che va a raggiungere il tramite di una strada antica intermedia fra la via nomentana e la salaria. Nell’epilogo di Vittore e della Notiza leggesi fralle vie nominata una VIA PATINARIA: è noto che Patina appellavasi dai Latini un vaso di cucina simile ai nostri tegami, onde direbbesi che questa via trasse nome dall’esservi fabbriche di tali vasi: ignota era la direzione di tal via prima che venisse data in luce dall’Eccardo quella serie cronologica degl’imperadori scritta circa i tempi di Costantino. In questa si legge, che Nerone si uccise nella via patinaria: ma da Svetonio è noto che quel mostro andò ad uccidersi circa 4 m. distante da Roma nella villa di Faonte fra la via nomentana e la via Salaria, luogo corrispondente colla contrada denominata le Vigne Nuove traversata appunto da questa via vicinale. Così dalla via nomentana diverge a detsra circa il VI. M. di strada, che va a Corniculum, o Monticelli, e Palombara, che chiamano oggi delle Mollette, e che forse anticamente sarà stata designata col nome di corniculana, giacchè è antica.

 

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