Vallerano

[t. 3, pp. 368-369]

Valeranum.

Sono due tenute dell’agro romano di questo nome, ed ambedue fuori di porta s. Paolo sulla strada moderna detta di Schizzanello, o di Ardea, 6 in 7 m. distanti da Roma: la prima estendesi principalmente a destra, e l’altra a sinistra della strada. Quella a destra confina coll’altra dello stesso nome, e colle tenute di Selce, Decimo, Acqua Acetosa e Tor Pagnotta e si estende per rubbia 139. Quella a sinistra confina colla precedente, e colle tenute di Selce, Tor Pagnotta, Casal Giudìo, Mandria e Mandriola: e si estende per quasi rubbia 138.

Il nome di questi fondi deriva da quello de’ Valerii, che un tempo possederono terre in queste parti, e da Fundus Valerianus si fece Valerianum, che ne’ tempi bassi per corruzione divenne Valeranum, e finalmente ne’ tempi moderni Vallerano. II primo documento che ne ho trovato è la bolla di Onorio III. dell’anno 1217 a favore del monastero di s. Alessio, nella quale ricordasi una terram in Valerano, come proprietà di quel monastero. Quella bolla è riportata dal Nerini nella storia di s. Alessio. Questo medesimo scrittore allega nell’appendice n. LXVII. un istromento di vendita di una quarta parte del casale di Schiaci fatta ai monaci alessiani da una tale Bartolommea moglie di Niccolò Callarella de’ Pierleoni, e frai confini si assegnano il casale quod vocatur Valleranum, il casale di Casaferrata, il casale della Massima, ec: fondi tutti nelle vicinanze di questa tenuta. Quella carta appartiene all’anno 1349.

Vallerano a destra della strada nel secolo XVII. apparteneva ai Cavalieri, come si ha nelle carte dell’Ameti e del Cingolani: e quello a sinistra ai Maddaleni. Verso la metà del secolo passato i due fondi erano stati uniti insieme, e possedevansi dall’ospedale di ss. Sanctorum, siccome ricavasi dal catalogo delle tenute dell’agro romano annesso alla seconda edizione dell’Eschinardi. Le vicende però della fine del secolo scorso portarono l’alienazione anche di questo fondo, il quale allora fu diviso di nuovo, quello a destra divenne proprietà de’ Di Pietro, e quello a sinistra de’ Massimi, Ricci, e Capranica. Questo fondo è attraversato dal rivo dell’acqua albana, che perciò assume il nome di fosso di Vallerano, e del quale parlossi nel tomo I. p. 107 e seg.

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