Trevignano – Trebonianum

[t. 3, pp. 287-290]

Castrum Trivignani, Trivignianum.

Terra della Comarca e distretto di Roma, oggi titolo di principato, posta sulla riva del lago Sabbatino a nord-ovest della metropoli, donde è distante circa 25 m. passando per l’Anguillara e Polline: e che contiene circa 500 abitanti.

La strada che vi conduce dall’Anguillara, dopo un miglio e mezzo traversa il fiume Arrone: dopo altre 5 miglia passa presso il casale di Polline, situato sopra il dorso, che separa il cratere del lago Sabbatino o di Bracciano da quelli di Martignano e Stracciacappe. Di là scende per un sentiero ripido ad una valle così cupa che per la profondità sua ha il nome di valle dell’Inferno. Uscendo da quel baratro la strada va accostandosi sempre alla riva del lago, e la veduta deliziosa di questo fa obbliare la discesa di Polline, e quella brutta valle. La vicinanza della Terra è annunziata da una chiesa rurale dedicata a s. Bernardino.

La situazione di questa Terra è tale, che si riconosce come succeduta ad un oppidum dagli antichi Vejenti, signori un dì della contrada: essa dalla riva del lago sorge addosso ad una balza dirupata di lava basaltica dominata da un castello feudale in rovina, che ricorda il secolo XIII: ed uscendo dalla Terra verso Bracciauo ravvisai a sinistra presso la porta un pezzo di muro antico costrutto di tetraedri irregolari innestati insieme gli uni cogli altri, come que’ delle mura di Collazia, di Ardea, e di altre città antichissime. Siccome avvenne ad altre Terre antiche, sulle rovine dell’oppidum vejente fu edificata una villa romana circa i tempi di Augusto, della quale osservai ruderi costrutti di opera reticolata entro un vicolo a destra di chi vi sì conduce dall’Anguillara: i quali io credo doversi attribuire ad un Trebonio, onde FVNDVS TREBONIANVS, o VILLA TREBONIANA fu detta, origine del nome moderno.

E sugli avanzi di questa villa, come tanti altri esempli abbiamo, sorse ne’ tempi bassi un castello, che io non credo anteriore al secolo XIII per la costruzione della torre e di altre parti. Di questo la prima memoria che ho incontrato è in una carta dell’archivio di s. Maria in Trastevere pertinente all’anno 1320 e riferita dal Galletti nel mss. vat. 8025, nella quale si legge come ai 27 di maggio Pietro di Amadeo notajo ed erede del quondam Pietro de Pinea fece istanza di tornare in possesso di tutto il lago denominato allora dell’Anguillara, Sabbatino, e Trivingiano, posto nella Toscana suburbicaria frai confini seguenti: da un lato il tenimento Castrum Brasani, dall’altro quello del Castrum Vicarelli, dal terzo il Castrum Trivingianum, ossia Trevignano, e dal quarto il Castrum Anguillariae: e di questi castelli si nominano più sotto i pescatori, il sindaco, e gli uomini, scrivendosi sempre il nome di Trevignano Trivingianum. Da questo documento pertanto apparisce che a quella epoca Trevignano era un castrum di tale importanza da dar nome al lago, come l’Anguillara, e da fornire pescatori ed avere un sindaco, come quella e come Bracciano.

Appartenne successivamente agli Orsini con titolo di contea, e quindi l’anno 1691 passò ai duchi Grillo. Durante il tempo dalla dominazione orsina ebbe molto a soffrire nel secolo XV prima dai Colonnesi e poscia nel 1496 dal famoso Valentino Borgia, che la prese e la saccheggiò; ma gli abitanti rimasero sempre saldi nella parte orsina. I duchi Grillo hanno posseduta questa Terra dall’anno 1691 fino ai giorni nostri, allorchè divenne signoria de’ Conti, famiglia toscana, che la ebbero con titolo di marchesato. Il papa regnante Gregorio XVI con breve dato l’anno 1835 l’ha eretta a principato a favore del principe Cosimo Conti, che n’è il possessore attuale. Questi ha preso tanto a cuore di migliorare lo stato del popolo e del territorio di questo castello, che maraviglioso apparisce il cangiamento in soli tre anni di cure, a segno di fare sperare i più felici risultamenti. Giovi su tal proposito di ricordare lo scritto da lui dato in luce col titolo Considerazioni intorno all’Agricoltura di Trevignano, che racchiude ciò che venne operato dall’anno 1834 fino al 1836, onde avere un saggio modesto di una operazione difficilissima, ma che nel tempo stesso dimostra di quali miglioramenti sono suscettibili i luoghi intorno a Roma; e come coll’assiduità, e coll’incoraggire potrebbero ottenersi tesori dalle terre, che ci circondano sollevando dalla miseria gli abitanti, e facendoli da inerti ed infingardi, commodi e laboriosi coltivatori. Possa questo servir di sprone a tanti altri potenti e ricchi signori del circondario di Roma per ricondurre la felicità e lo splendore antico sopra i loro possedimenti!

La chiesa parocchiale di questa Terra è posta fra balze di lava: entrando in questa veggonsi due opere di pittura non ispregevoli: è la prima il quadro rappresentante il transito della Vergine, che dicesi di scuola di Raffaelle, e in questo reca meraviglia l’episodio di una donna, che nel toccare la bara onde accertarsi della morte della Vergine vi lascia le mani: l’altra pittura è della scuola del Perugino e rappresenta la Vergine, s. Girolamo, e s. Francesco. Nel rimanente sopra questa Terra può consultarsi la opera recentissima dell’ab. d. Paolo Bondi intitolata Memorie Storiche sulla Città Sabazia, ora lago Sabatino, sulla origine di Trevignano ec: opera assennata e piena di ricerche curiose e nuove.

Una via romana antica costeggiava il lago da questa parte e serviva di tramite fralle vie Cassia, Claudia, ed Aurelia: di questa rimangono avanzi, in parte coperti dalle acque del lago. Da Trevignano a Vicarello sono 3 m. e da Vicarello a Bracciano 5, seguendo sempre il cratere del lago, e passando per Vigna Grande. Il principe Conti pone tutto la studio perchè si apra una via fra Trevignano, e Monterosi da un canto, Trevignano, Vicarello, e Bracciano dall’altro, e da Bracciano all’Aurelia o strada di Civitavecchia, communicazione di somma importanza per ravvivare l’agricoltura e la industria di un tratto così considerabile dell’antica Etruria.

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