S. PASTORE

[t. 2, pp. 548-549]

È un fondo fertile, ed ampio nel territorio di Gallicano, che si dilunga sopra il ripiano di una fimbria, che dipende dalla falda del monte di Palestrina, e verso occidente va a terminare al confluente de’fossi di Zagarolo e di Gallicano, posto circa 19 m. lungi da Roma. Esso non occupa però tutta intiera la fimbria sovraindicata, poichè verso occidente termina alla strada, che diverse dalla via prenestina antica, e conduce a Gallican, presso Cavamonte. Appartenne un tempo al convento de’ pp. domenicani di Roma, e fu destinato come appanaggio del generale dell’ordine, ma dopo la occupazione militare di Roma nell’anno 1809 passò in altre mani.

Dopo Cavamonte, appena passato il diverticolo, che conduce a Gallicano, seguendo l’andamento della via prenestina antica, riconoscibile pel pavimento di poligoni di lava basaltica che ancora conserva, si discende ad un ponte, sotto il quale passa il torrente di Zagarolo. Questo ponte è costrutto di grandi massi quadrilateri di pietra gabina, alcuni de’quali hanno circa 8 piedi di lunghezza, disposti a strati alternati, ora nella lunghezza, ora nella profondità: 11 strati si contano di quete pietre fino alla imposta dell’arco, il quale ha 45 piedi di altezza, 22 di grossezza, e 30 di larghezza. La luinghezza del ponte, comprese le testate è di 235 piedi, (sempre intendendo de’piedi romani antichi, che hanno insensibile differenza col piede inglese). Questo ponte venne costrutto per lo stesso uso di quello di Nona, cioè per ridurre più facile la comunicazione della via; e per la somiglianza perfetta di costruzione direbbesi fatto nello stesso tempo, cioè circa la epoca di Silla. Duecento passi, dopo questo ponte, la strada traversa il fondo di s. Pastore. Questo fondo ha una estensione di 36 rubbia ed è ben coltivato: trae nome da una chiesa dedicata al martire Pastore, prete romano, che diè il titolo alla chiesa di s. Pudenziana in Roma. La chiesuola di s. Pastore fu rinnovata dal p. Boxadors, generale de’ domenicani nel secolo passato che molto spese in essa e nel casino continguo: la pianta è a croce greca, e contine tre altari: quello di fronte all’ingresso, dedicato ai ss. Domenico e Caterina da Siena è ornatodi due colonne di marmo frigio: quello a destra è consacrato ad onore di s. Pio V e s. Rosa di Lima: e quello a sinistra a s. Pastore, prete e martire di cui conservasi il cranio.

Attinente alla chiesa è il casino; la stanza pianterrena di questo, che precede la grotta è una conserva antica; indizio forte, che un’antica villa fosse in questo luogo. La grotta nel suo genere è magnifica, essendo tutta scavata nel tufa, e a forma di un parallelepipedo, tagliato in mezzo da un andito; intorno ad essa a destra e sinistra sono cento nicchie, pure iscavate nel fuda atte a contenere 100 botti di vino.

Questa delizia venne visitata più volte dai papi del secolo passato, come da Benerdetto XIX e Pio VI. siccome testificano la iscrizioni che si leggono nel casino. La veduta che si gode dalle fenestre di questo è veramente magnifica, specialmente verso oriente e settentrione. Da s. Pastore a Palestrina sono circa 4 miglia e si segue sempre la via antica.

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