Monte Flavio

[t.2, pp.340-341]

E’ la Terra più recentemente fondata di tutte quelle comprese entro i limiti della mappa, poichè fu edificata circa la metà del secolo XVII. dal cardinale Flavio Orsini che le diede il suo nome; non molto dopo la sua fondazione passò ai Barberini, che la posseggono ancora. Essa è parte della Comarca di Roma, dipende dal governo di Palombara, e contiene circa 554 abitanti, i quali nello spirituale appartengono alla diocesi di Sabina. Sanissima e ridente n’è la situazione, stando sopra la falda di una delle creste del monte Pennecchio, e mentre è sopra un ripiano altissimo degli apennini dalla cresta sovraindicata viene difesa dalle bufere tempestose de’venti settentrionali, e dal soffio gelato ed umido dei grecali. Gli abitanti come tutti quelli de’ villaggi della Sabina che non sono a contatto colle strade grandi, conservano il carattere semplice, morale, laborioso de’prischi Sabini: il lusso e la miseria sono banditi da que’ montanari, e contrastano colla corruzione della metropoli, dalla quale distano soltanto 28 miglia per la strada, o piuttosto sentiere, che vi conduce da Moricone, che è la più diretta per chi vi va da Roma. Le case sono ben fabbricate, riflettendo alla località: ed il villaggio è tenuto con maggior pulizia che tante altre terre anche più considerabili. Forse questo si deve alla epoca recente della sua fondazione. In questa terra morì l’anno 1819 il card. Lorenzo Litta vescovo di Sabina, personaggio distintissimo per nascita, per dignità, e per meriti, il quale accoppiava ad una dottrina profonda, una affabilità e modestia singolare: egli fu rapito da morte immatura in adempire religiosamente le sue cure evangeliche, visitando la diocesi affidatagli.

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