Montagnano

[t.2, pp.337-338]

Casale de Monteiani, Montangianum

Tenuta pertinente ai Teodoli, confinante con quelle di Torricella, Valle Caia, Tor di Bruno, Campoleone e col territorio dell’Ariccia, posta circa 18 m. fuori di porta s. Giovanni a destra della strada detta di Porto d’Anzio e Nettuno.

La prima memoria di questo fondo si ha nella bolla data da Lucio III. l’anno 1183 a favore del monastero di s. Anastasio alle Tre Fontane, riportata dal Ratti nella Storia di Genzano pag. 93, ed esistente nell’Archivio Vaticano, nella quale frai fondi riconosciuti come di pertinenza di quel monastero si nomina il Casale di Monteiani con tutte le sue pertinenze. Ma nell’anno 1378 l’antipapa Clemente VII, volendo rimunerare Giordano Orsini, che era stato di lui fautore nel portarlo al trono pontificio, gli concedette a terza generazione molte terre e castella, e fra queste infeudazioni si ha ancora quella del Casale quod Montangiano vulganiter nuncupatur, notando che apparteneva al monastero di s. Anastasio: l’atto di tale concessione si ha nell’Archivio Vaticano, e vien riportato dal Ratti nella opera sovraindicata p. 104. Ritornato poscia in pieno dominio de’monaci di s. Anastasio, da questi fu venduto l’anno 1427 insieme con Genzano, e con Nemi ad Antonio, Prospero, ed Odoardo Colonna per 15.000 fiorini da bai: 47 l’uno, come si ha dal breve di papa Martino e da altri documenti esistenti nell’Archivio Sforza e pubblicati dal Ratti p. 134, e seg. Nel secolo XVI fu dai Colonna alienato, e venne poscia in potere de’ Teodoli, che lo ritengono.

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