Licenza

[t. 2, pp. 246-248]

Digentia

È un rivo ricordato da Orazio nella epistola XVIII del primo libro in que’ versi:

Me quoties reficit gelidus Digentia rivus,

Quem Mandela bibit rugosus frigore pagus

Quid sentire putas ? ec.

come quello, che bagnava la sua villa sabina, nella quale avea la sorgente : Epist. XVI lib. I.

Fons etiam rivo dare nomen idoneus, ut nec

Frigidior Thracam, nec purior ambiat Hebrus

Infirmo capiti fluit aptus et utilis alvo.

e che gravi danni come tutti i torrenti di montagna arrecava al prato in occasione di pioggia : Epist. XIV lib. I.

Addit opus pigro rivus, si decidit imber,
Multa mole docendus aprico parcere prato.

E questo rivo conserva tutti i caratteri sovraindicati, e solo basterebbe a determinare il sito della villa oraziana, che è certo per altri argomenti siccome vedrassi nell’articolo VILLA DI ORAZIO. Il suo nome poi ha di poco variato dicendosi oggi Licenza, Nasce questo rivo principalmente dal monte Pennecchio da varie sorgenti, una delle quali nella villa di Orazio è nota pel nome di Fons Bandusiae datole dal poeta nella ode XIII. del libro III. Questo rivo argentino scorre serpeggiando per la valle Ustica e serve di limite in quella parte ai Sabini ed agli Equi : e dopo circa 12 miglia di corso va a mescere le fredde sue acque nell’Aniene presso al convento di s. Cosimato circa 29 miglia lontano da Roma. Questo rivo da nome ad una Terra che fin dal secolo XIII fu feudo degli Orsini ; oggi appartiene ai Borghese. Essa è nella comarca di Roma nel Governo di Arsoli e contiene 812 abitanti. Posta sopra un monte, che a prima vista sembra più scosceso di quello che è di fatto, è abitata da gente, che pel carattere, disinteresse, e semplicità, per la giovialità, e l’amore ospitale, ricorda quelli antichi Sabini, dà quali discende.
La strada per andarvi è a sinistra della Valeria presso il convento di s. Cosimato, e segue, rimontandolo, il corso del rivo Digentia per buone quattro miglia, finchè presso alla mola traversa quel rivo, ossia il tronco principale di esso, ed ascende alla Terra. E questa strada nella primavera avanzata e nella estate è deliziosa ; orrida però è nell’ inverno, e ne’ giorni piovosi presso che impraticabile. I monti che coronano la valle Ustica, che questa strada percorre sono coperti da selve annose, e le falde più basse non rendono frutto equivalente alla industria penosa degli abitanti che le coltivano.

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