Fontignano

[t.2, pp. 68-69]

Frontinianum, S. Maria seu Frontignano

Il nome di questo tenimento dell’Agro Romano, come è enunciato in una carta dell’anno 1068 ricorda quello del celebre curatore delle acque di Roma, Frontino, poiché in quel documento Frontinianum si trova appellato. Questo fondo apparteneva l’anno 1068 in parte ad una donna, Maria Fusconi de Luizo, la quale lo vendette insieme colle selve ed altre pertinenze ad Arnolfo arciprete di s. Maria in Trastevere, secondo un documento esistente nell’archivio di quella basilica, e riportato dal Moretti nella storia di quella chiesa, e più correttamente dal Galletti in un codice vaticano n. 8025. Ed in quella Carta appunto ha il nome di Frontinianum. Da quella epoca fino a’ dì nostri è rimasto sempre a quella basilica, alla quale lo confermò papa Benedetto XII. l’anno 1339 come si trae da un altro documento dello stesso archivio trascritto dal Galletti nel codice notato di sopra. Questo indefesso raccoglitore trascrisse pure un’altra Carta dell’anno 1427 dalla quale apparisce, che in quell’anno fu affittato dal Capitolo di quella chiesa a Lorenzo Angelelli Mellini de Mellinis del rione Regola questo casale allora detto s. Maria, o Frontignano, e se ne determinano per confini il maschio de’figli di Giacomello Cenci, il casale di Antonio de’Quatracii, il casale di Nardello de Bondiis, il casale di s. Angelo in Pescaria, la tenuta delli Maligni, ed il casale di s. Cecilia. Di questi confini il maschio de’figli di Giacomello Cenci è la odierna tenuta del Maschietto, la tenuta delli Maligni è Castel Malnome di ss. Sanctorum, e s. Cecilia conserva intatto il suo nome: gli altri fondi oggi diconsi Pantanella, Brava, Pisana, Casal della Morte, Pedica s. Rocco, Massimilla, e Castel di Guido. La tenuta è circa 8 miglia fuori di porta s. Pancrazio: comprende 405 rubbia e 3 quartucci: e si divide ne’quarti, detti di Mezzo, del Casale, Valle Galera, Galera, e Pisana.

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