CAVAMONTE (s. Maria di)

[t. 1, pp. 451-452]

Picciola cappella rurale sulla via prenestina antica, 18 m. lungi da Roma, e circa 5 da Palestrina, la quale trasse nome dalla circostanza locale; imperciocchè gli antichi, affine di rendere agiata la via prenestina dove questo dorso perpendicolarmente all’altezza di circa 75 piedi romani, e vi aprirono in mezzo una strada lastricandola di enormi poligoni di lava basaltica, che ancora si conserva intatta dopo tanti secoli, e tante vicende: e per dare a questa strada medesima maggiore imponenza, mentre negli altri luoghi la via prenestina ha circa 14 piedi di larghezza, mentre negli altri luoghi la via prenestina ha circa 14 piedi di larghezza, in questo taglio ne ha 27. Dirimpetto alla cappella è incastrato nella rupe un pilastro quadrilatero di enormi massi quadrati, che sembra un rinfianco onde impedire nella fenditura della rupe uno scolo soverchio di acque. Oltre la importanza del lavoro, questo passo è anche sommamente pittorico, poiché la rupe tufacea è coperta di licheni, di erbe, e di arbusti, alcuni de’ quali mantengono una verdura perenne.

Il Cecconi, Storia di Palestrina p. 18 riporta la iscrizione sepolcrale da lui copiata sul luogo, rinvenuta in questo taglio di monte verso l’anno 1750, la quale appartiene a Tito Flavio Epitteto, segretario, foriere, littore curiato, e liberto, di uno dei Vespasiani, o di Domiziano e gli fu posta da Flavia Tiche sua moglie:

T. FLAVIVS. ANG. L

EPICTETVS. AB. EPISTOLIS

A. COPIS. MIL. LICTOR

                                      CVRIATVS. HIC. SITVS

                                  HVNC. TITVLVM. FLAVIA

                                  TYCHE. CONIVGI. OPTIMO

                                                 POSVIT

Questa iscrizione, secondo il Cecconi fu pur riportata da Muratori Thes. Vet. Inser. P. DCCLXXI. N. 3 ma ciò non sussiste affatto, né alla pagina notata, né altrove in quel tesoro.

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