CANTERANO

[t. 1, pp. 379-381]

Cantoranum, Canteranum.

Terra che contiene 635. Abitanti posta nel distretto di Subiaco sopra uno degli ultimi contrafforti del dorso del monte Ruffo, detto ne’ bassi tempi monte Crufo, verso l’Aniene, sulla riva sinistra di questo fiume, distante da Subiaco circa 5. miglia e da Tivoli 18. la strada che vi conduce da Subiaco passa per Tuccianetto: quella che vi mena da Tivoli passa per la valle degli Arci, Siciliano, Cerreto, s. Anatolia, e Gerano.

L’anno della era volgare 775. siccome ricavasi dall’atto di donazione inserito nel Chronicon Sublacense, Cesario che s’intitola eminentissimo console e duca fra altre terre donò al monastero sublacense un Fundum Lanterani, che è appunto questo, sul quale è oggi il castello, e che per errore del trascrittore invece di Canterani leggesi Lanterani. Nella bolla con che Giovanni XII. confermò l’anno 958. i beni al monastero sublacense, riportata dal Muratori nel tomo V. delle Antiq. Medii Aevi p. 461. trovasi pur designato col nome di Fundum: Fundum Canteranum: Cantoranum si nomina semplicemente nel diploma di Ottone I. del 967. inserito dal Muratori nello stesso tomo p. 465. come pure nella bolla di Benedetto VII. data l’anno 978. e fedelmente riportata dal Marini ne’ Papiri Diplomatici p. 229; quindi è da credersi che fino a quella epoca fosse soltanto un fondo e non un villaggio. Questo formossi nel secolo seguente, poiché fin dall’anno 1115. castrum Canteranum cum rocca sua si dice da papa Pasquale II. nella bolla pur di conferma de’ beni: e siccome nella lapide posta dall’abbate Umberto nel 1052. Vien designato CANTORANVM come Anticoli, Arsoli, ec. cioè con altre Terre, perciò credo che la fondazione del castello debba collocarsi fra l’anno 978, e l’anno 1052. Posteriormente venne infeudata circa l’anno 1148. ad un tal Filippo, come leggesi nel Chronicon, il quale era pure signore di Augusta e pervenne insieme con Recaldo signore di Rocca Canterano a far Prigione l’abbate sublacense stesso. Non è noto quando tornasse la dipendenza immediata del monastero, giacché dopo quell’infeudamento non ho potuto rinvenire altre notizie positive di questa terra.

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