Belmonte

[t. 1, pp. 298-299 ]

É un monte dirupato di tufa vulcanico fra Castel­nuovo e Scrofano, nel territorio di questo, ma più vicino a quello, a sinistra della via flaminia. Per andarvi si lascia la via consolare circa 17 miglia fuori della porta del Popolo. Dopo aver percorso un sentiero entro i campi per circa un miglio discendesi al fosso di s. Antonino, dove si vede sprigionare molto gaz idrogeno-solforato, e dove pure si vedono molte sor­genti sulfuree. Si varca poi un colle, e si discende ad un altro rivo più abbondante di acque, che come il precedente va a confluire nel rivo di Scrofano, che più presso a Roma assume il nome di fosso di Prima Porta. Passato questo si sale per una vetta molto ar­dua a Belmonte. Prima di pervenire alla sommità del­la cresta si trovano quattro piani diversi di grotte se­polcrali: il dorso è stretto, il monte è quasi isolato e dirupato da tutte le parti: verso la punta estrema è u­na torre di costruzione saracinesca fra due tagli fatti nella rupe onde isolare la fortificazione. Nella bolla di Gregorio IX del 1236 riportata dall’Ughelli Italia Sa­cra T. I. p. 130, nella quale si enumerano i diritti del vescovo di Porto e s. Rufina si nominano pure co­me a lui sottoposte plebes et ecclesias in Belmonte et finibus eius, indizio che questo a quella epoca era un castello abitato, e che di già portava tal nome. Dalla torre si scende alla mola, e quindi si perviene sotto il monte di Cellano, dopo il quale sono le vestigia di u­na via antica, che va a raggiungere la Flaminia. Il Nar­dini parlò di questo monte nel suo libro dell’Antico Veio p. 184. Egli dice che la rupe di Cellano, che è più alta e più vicina a Belmonte si appella da que’ di Castelnuovo la Costa di Fieii.

I commenti sono chiusi.