É un monte dirupato di tufa vulcanico fra Castelnuovo e Scrofano, nel territorio di questo, ma più vicino a quello, a sinistra della via flaminia. Per andarvi si lascia la via consolare circa 17 miglia fuori della porta del Popolo. Dopo aver percorso un sentiero entro i campi per circa un miglio discendesi al fosso di s. Antonino, dove si vede sprigionare molto gaz idrogeno-solforato, e dove pure si vedono molte sorgenti sulfuree. Si varca poi un colle, e si discende ad un altro rivo più abbondante di acque, che come il precedente va a confluire nel rivo di Scrofano, che più presso a Roma assume il nome di fosso di Prima Porta. Passato questo si sale per una vetta molto ardua a Belmonte. Prima di pervenire alla sommità della cresta si trovano quattro piani diversi di grotte sepolcrali: il dorso è stretto, il monte è quasi isolato e dirupato da tutte le parti: verso la punta estrema è una torre di costruzione saracinesca fra due tagli fatti nella rupe onde isolare la fortificazione. Nella bolla di Gregorio IX del 1236 riportata dall’Ughelli Italia Sacra T. I. p. 130, nella quale si enumerano i diritti del vescovo di Porto e s. Rufina si nominano pure come a lui sottoposte plebes et ecclesias in Belmonte et finibus eius, indizio che questo a quella epoca era un castello abitato, e che di già portava tal nome. Dalla torre si scende alla mola, e quindi si perviene sotto il monte di Cellano, dopo il quale sono le vestigia di una via antica, che va a raggiungere la Flaminia. Il Nardini parlò di questo monte nel suo libro dell’Antico Veio p. 184. Egli dice che la rupe di Cellano, che è più alta e più vicina a Belmonte si appella da que’ di Castelnuovo la Costa di Fieii.