Antoniniana

[t. 1, pp. 206-207 ]

Così nomavasi fralle quattordici acque che veni­vano in Roma ai tempi di Procopio quella condotta da Antonino Caracalla per uso delle sue terme, la quale è ricordata nell’epilogo di Vittore e della Notizia dell’Impero. L’ iscrizione ancora esistente alla porta s. Lo­renzo e posta da Caracalla al monumento dell’acqua Marcia dice, che quell’imperadore ristaurò e migliorò quell’acquedotto che era rimasto impedito per varie ca­dute, col purgare le sorgenti, tagliare e perforare i monti, ristabilire la forma, e coll’acquisto di una nuo­va sorgente antoniniana: questa iscrizione essendo trop­po lunga si è dovuta spezzare in questa guisa, contras­segnando sempre la divisione originale colla iniziale 1. 1, 2 ec. poste tra parentesi
(l. 1) imp. caes. m. avrelivs. antoninvs. pivs. felix(l. 2.) brit. maximvs. pontifex. maximvs( l. 3. ) aqvam. marciam. variis. kasibvs. impeditam. pvrgato. fonte. excis. et. perforatis (l. 4.)montibvs. restitvta. forma. adqvisito. etiam. fonte. novo. antoniniano ( 1. 5. ) in. sacram. vrbem. svam. perdvcendam. cvravit
Quindi sembra che Caracalla volendo fornire di acqua le sue terme rintracciasse una nuova sorgente, a cui diede il suo nome, e questa immettesse nello speco del­la Marcia, finché presso Roma, circa 2 m. fuori del­la porta Capena sulla via latina, dove oggi è la Torre del Fiscale, la distaccò con un braccio particolare, e con sostruzioni ed arcuazioni di opera laterizia, delle quali rimangono le rovine sì a sinistra della via la­tina, come nelle mura attuali di Roma presso la por­ta s. Sebastiano, e dentro la porta stessa fino alle ter­me, profittando dell’ arco di Druso per farle passare la via appia. Dove l’acquedotto termina dietro le ter­me, sono gli avanzi di un vastissimo serbatoio. Altri par­ticolari sopra quest’acqua non si conoscono; ma l’aver­la mista colla Marcia, che era riputata come la miglio­re di quelle che venivano a Roma è prova che fosse, eccellente.

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